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Passioni Festival, in 200 al Circolo artistico per Cerno: “Racconto gli italiani, popolo conformista che adora chi ha il potere”

“La storia non si ripete, ma si ripetono i conformismi: i comportamenti degli italiani che prima osannano i capi e poi li abbandonano”. Parola del giornalista Tommaso Cerno.
Un’ora e mezza filata via a tutta velocità quella dell’anteprima dell’Arezzo Passioni Festival 2016. La presentazione dell’ultima fatica letteraria del direttore del Messaggero Veneto, “A noi! Cosa ci resta del fascismo nell’epoca di Berlusconi, Grillo e Renzi” edito da Rizzoli, ha attirato circa 200 persone che hanno affollato il salone del Circolo Artistico di Arezzo, in corso Italia 108. Con Cerno, sul palco, anche la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, il moderatore dell’evento Guido Albucci e Marco Meacci, ideatore del festival.

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Dopo l’introduzione, i protagonisti dell’incontro sono entrati nel cuore del libro. Un volume che tratta con acume e originalità il tema del fascismo. Un’epoca sepolta in apparenza, i cui tratti caratteristici, però, affiorano tra le pieghe della storia recente e del presente italiano. L’ipocrisia, il bigottismo, l’italica incapacità di chiudere i conti col proprio passato, se non con teatrali colpi di scena: mutano i detentori del potere, non i loro difetti. Un excursus intrigante attraverso le epoche, di rottamazione in rottamazione, di trauma in trauma: una coazione a ripetere senza una reale, critica, autoanalisi.

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“Abbiamo scritto migliaia di libri su Mussolini, ma niente su cosa realmente avvenne il 25 luglio del ’43 in una notte rovente, quando il Duce cadde. Mussolini sparì, venne arrestato in sordina. Si sa che poi fu ucciso, ma anche in questo caso non ci sono dettagli. Perché fu uccisa con lui anche Claretta Petacci? Gli italiani – ha aggiunto Cerno – hanno voglia di verità, ma fino a un certo punto”.
“C’è una parte del fascismo con cui abbiamo fatto i conti. Ma ce n’è un’altra con cui non li abbiamo fatti – ha detto Rosy Bindi -. Il 25 luglio 1943 Mussolini cadde, anche se troppo tardi. Gli italiani stanno con i capi, finché i capi sono in sella. Piazzale Loreto è la nostra Norimberga, ma non è una bella pagina di storia. Per fortuna gli italiani non sono stati plasmati solo dal fascismo, ma anche dalla Resistenza”.

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Nelle trecento pagine di “A noi!” trovano posto anche digressioni sulle figure dei leader politici, passati e attuali. Oltre a Benito Mussolini, ci sono Beppe Grillo, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Strategie comunicative, narrazioni, vite private, tratti comuni e differenze. Ascese e rovinose cadute, sistematicamente accompagnate da unanimi applausi le prime, sprezzanti se non violente condanne le seconde. “A noi!” è un’arguta analisi sulla nostra classe dirigente e sulla deprecabile tendenza italiana al conformismo.
Al termine della presentazione si è levata un’ovazione per l’autore, che non si è negato alle decine di fan che chiedevano una foto o un autografo. Gustoso epilogo della serata con il buffet allestito in collaborazione con Prodigio Divino.

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