Il Passioni Festival torna ad animare la scena culturale aretina e lo fa in grande stile ospitando uno dei giganti del cinema italiano, Alessandro Haber. L’appuntamento è fissato per sabato 4 dicembre alle ore 21 presso il Circolo Artistico, la ormai consueta dimora invernale della kermesse.
Interprete originale, attore istrionico, grande caratterista, personaggio imprevedibile e mai banale. Alessandro Haber ha vissuto da protagonista più di cinquant’anni del cinema, del teatro e della televisione italiani. Una filmografia sconfinata e variegata, nella quale compaiono i titoli più disparati. Interprete in ruoli drammatici, ma credibile anche quando deve recitare parti più comiche, Haber è un attore in continua evoluzione che fa dell’ecletticità la sua cifra stilistica.
L’incontro con Alessandro Haber di sabato 4 dicembre al Circolo Artistico sarà l’occasione per presentare al pubblico aretino “Volevo essere Marlon Brando (ma soprattutto Gigi Baggini)”, l’autobiografia del regista e attore italiano scritta a quattro mani con il regista e montatore Mirko Capozzoli ed edita da Baldini & Castoldi. L’autore – definito da Michele Placido “l’attore per eccellenza – presenterà così il suo primo libro, uscito il 30 settembre scorso in tutte le librerie, dialogando con il giornalista Luca Caneschi. Dunque una serata di alto livello culturale che va a chiudere un 2021 ricco di soddisfazioni per il Passioni Festival.
L’evento è reso possibile grazie al sostegno di Koinè Cooperativa Sociale, Atlantide Audiovisivi, Feltrinelli Point Arezzo – che quest’anno festeggia i dieci anni di attività – e Tenuta di Frassineto. Il Passioni Festival accoglie così la Cooperativa Sociale Koinè come nuova sostenitrice della kermesse. “Siamo un soggetto di territorio – ha detto il direttore di Koinè Paolo Peruzzi – di conseguenza tutto quello che ha a che fare con lo sviluppo culturale e di animazione della comunità ci riguarda da vicino. Per questo – prosegue Peruzzi – crediamo sia giusto sostenere il Passioni Festival che in questi anni si è affermato come punto di riferimento della scena culturale aretina”.
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti e sarà obbligatorio mostrare il green pass all’ingresso per poter accedere all’interno del Circolo Artistico.
L’autore
Per Haber tutto ebbe inizio nel 1967 quando, appena ventenne, ottiene una parte nel film di Marco Bellocchio La Cina è vicina. Da quel momento prende il via una carriera ricca di soddisfazioni che lo porterà a lavorare con alcuni dei più grandi registi del cinema italiano. Dai fratelli Taviani a Nanni Moretti, da Federico Fellini a Pupi Avati, da Bernardo Bertolucci a Damiano Damiani. E poi Monicelli, Tornatore, Rubini, Salvatores, Placido e Pieraccioni. Tutti quanti hanno voluto che Haber recitasse in almeno uno dei loro film. Nel 2003 ha esordito come regista con la commedia Scacco pazzo. Mentre nel 2006 si è aggiudicato il premio teatrale “Vittorio Gassman” per la sua interpretazione in Zio Vanja di Čechov. Haber vanta un David di Donatello come migliore attore non protagonista per il film Per amore, solo per amore di Giovanni Veronesi e quattro Nastri d’argento: tre dei quali vinti come miglior attore non protagonista e uno, nel 1995 per La vera vita di Antonio H. di Enzo Monteleone, come attore protagonista.
Il libro
Alessandro Haber si racconta per la prima volta in un’autobiografia schietta, sincera e fuori dagli schemi come del resto è lui stesso. Libero, creativo, nevrotico, appassionato, straripante: Haber fa ridere e commuovere.
In “Volevo essere Marlon Brando (ma soprattutto Gigi Baggini)” Haber racconta della sua infanzia scanzonata a Tel Aviv e del successivo rientro in Italia, della scoperta di una passione smodata per la recitazione e del desiderio di approdare a Hollywood; descrive nei particolari e senza peli sulla lingua una carriera lunga più di cinquant’anni, tra cinema, teatro, spettacoli e persino musica; ma soprattutto ci incanta con il racconto di una vita tanto eccentrica quanto affascinante: le partite a carte con i suoi “maledetti amici”, le avventure e le invidie, le prime a teatro, i provini andati bene e quelli andati male, la corsa a conoscere Orson Welles incontrato per strada e le partite a tennis con Nanni Moretti, le belle donne, le occasioni perse, il sesso e i tradimenti, e poi l’amore incondizionato per Celeste che, da sedici anni, lo “costringe” a interpretare ogni giorno il ruolo di padre.
Come sul palcoscenico sfilano protagonisti e comparse, anche in queste pagine il racconto di una vita segue un flusso a volte imprevedibile, accelerato, talvolta persino centrifugo, ma sempre incredibilmente potente, e ci restituisce la vitalità istintiva di un attore straordinario e irripetibile come Alessandro Haber.